Misurare l'"impatto sociale", avviato un progetto di ricerca

Da L'Adige del 16 luglio 2024

Oggi sentiamo spesso parlare di impatto sociale. E associamo questo concetto a qualcosa di positivo, che fa del bene, che crea del bene. Ogni tipo di organizzazione (privata, pubblica e non profit) è chiamata oggi a generare impatto sociale a favore di una moltitudine di soggetti: i lavoratori, i soci, la comunità di riferimento. Ma cos'è l'impatto sociale? In termini scientifici è il contributo di un'organizzazione al cambiamento dello status quo delle persone. Fa riferimento alla cosiddetta "teoria del cambiamento", secondo la quale osservo e misuro il contributo di un'attività/iniziativa al cambiamento del benessere delle persone. Questo implica alcuni elementi: in primis, per poter osservare e misurare l'impatto non mi devo soffermare sulle azioni ma sugli effetti di lungo periodo delle stesse. Ad esempio, non è sufficiente misurare il numero di posti per bambini all'asilo nido per dire che si è generato un impatto. È necessario, ad esempio, capire se questo tipo di azione/intervento ha facilitato nel lungo periodo l'avvicinamento delle donne al mercato del lavoro. E qui si capisce la seconda implicazione. È molto difficile immaginare una relazione lineare tra una determinata azione (aumento di posti di asilo nido disponibili) e l'impatto sociale (aumento dell'occupazione femminile). Nonostante in letteratura esista anche un approccio cosiddetto "focalizzato" alla teoria del cambiamento, l'approccio più diffuso è quello definito "complesso", secondo il quale non è possibile stabilire una relazione diretta tra azione e cambiamento ottenuto, in quanto una molteplicità di interventi, di organizzazioni diverse, possono condurre ad un impatto desiderato. Altro elemento rilevante è legato al "segno" dell'impatto sociale. 

Si presume che l'impatto sociale sia sempre positivo, ma potrebbe anche essere negativo! Infine, i metodi di misurazione dell'impatto legati al processo ci suggeriscono che sia importante evitare un approccio alla ricerca di una "misura standard universale" al fine di privilegiare un'analisi che osservi le diverse fasi della costruzione dell'impatto sociale (input-activities-output-outcome-impact) che tenga inoltre conto di una molteplicità di stakeholder/attori coinvolti. In questo anno molto speciale per Trento, quale Capitale Italiana ed Europea del Volontariato, ci si interroga circa valore e impatto sociale del volontariato; e questo è un tema di grande attualità. Siamo, infatti, abituati a dare valore a ciò che ha uno scambio sul mercato, il cui parametro di valutazione è molto spesso il valore di scambio, o prezzo. Ma nel momento in cui tale parametro monetario di valutazione viene meno, come è possibile dare valore "a ciò che conta? " . Studi scientifici ci suggeriscono che l'impatto generato dalle attività di volontariato può essere valutato in ottica multidimensionale, andando a distinguere gli impatti economici, sociali e culturali. Alcuni studi condotti in specifici contesti hanno evidenziato che le organizzazioni caratterizzate dalla presenza di molti volontari e pochi dipendenti in presenza di risorse economiche limitate sono le migliori a produrre relazioni positive sia all'interno dell'organizzazione che all'esterno. Inoltre, grazie all'introduzione di una prospettiva psicosociale per la valutazione degli impatti del volontariato, si è evidenziato che i membri delle organizzazioni di volontariato traggono benefici da un senso di connessione con il luogo di lavoro, identificazione con l'organizzazione, sostegno sociale dai colleghi, e soddisfazione per il proprio ruolo. Questi fattori sono associati a un miglior benessere degli individui e delle comunità, promuovendo relazioni collaborative e non conflittuali con vari attori sociali e istituzionali. L'impatto sociale del volontariato non si riflette solo nei volontari stessi, ma anche nella comunità di riferimento. Alcuni studi, infatti, evidenziano che i benefici per la comunità si riflettono nella tutela dei beni pubblici e collaborazione con diverse istituzioni. La qualità delle relazioni tra organizzazioni non-profit e la comunità è inoltre un indicatore dell'integrazione e del benessere comunitario. Partendo da questa letteratura, l'Università di Trento, in collaborazione con il Comune di Trento e Csv Trentino, ha avviato un progetto di ricerca al fine di analizzare gli impatti economici, sociali e culturali del volontariato in Trentino, inteso nella sua accezione più ampia includendo quindi anche le varie forme di cittadinanza attiva. Con questo progetto intendiamo fornire uno strumento che ci permetta di "dare valore" ad un fenomeno che permea la vita di tutti e che potrà avere importanti implicazioni per lo sviluppo delle competenze dei giovani del nostro territorio, nonché capace di orientare le politiche a supporto del volontariato e della partecipazione. asset_image

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