Parevano non finire mai gli applausi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, acclamato sabato 3 febbraio dal pubblico della “T quotidiano Arena” con l’entusiasmo che si riserva alle grandi star. Acclamate sono state soprattutto le sue parole, come al solito chiare e pacate, ma dal significato inequivocabile. Davanti a vigili del fuoco e scout, ad alpini e rappresentanti delle innumerevoli associazioni trentine, il presidente Mattarella ha inaugurato l’anno di “Trento Capitale europea e italiana del volontariato” rivolgendosi innanzitutto al sindaco di Leopoli, Andrij Sadovyj, presente in platea: “Desidero rinnovargli i sentimenti di amicizia che hanno radici antiche e solide e che le drammatiche conseguenze della brutale invasione dell’Ucraina hanno ulteriormente rafforzato. La libertà, l’indipendenza dell’Ucraina sono tutt’uno con i valori fondativi dell’Europa”.
In apertura di cerimonia, a interpretare con il linguaggio della musica l’apertura nazionale ed europea dell’evento, il coro della Sat ha cantato a cappella l’Inno d’Italia, quello della Sosat l’Inno d’Europa. Dopo un video dedicato al volontariato trentino, tra presente e storia della città e della provincia, i conduttori della cerimonia, Maura Pettoruso e Stefano Detassis, hanno chiamato sul palco il sindaco Franco Ianeselli che, visibilmente emozionato,ha ringraziato il Presidente della Repubblica per non aver “mai smesso di alimentare la fiducia e di valorizzare quegli alfieri di speranza che sono i volontari”. Dopo aver ricordato la cooperante Giorgia Depaoli, don Dante Clauser, l’amico dei poveri, e Stefano Bertoldi, fondatore di mille imprese solidali, in rappresentanza del “pantheon della generosità trentina”, il sindaco ha definito i volontari un “antidoto alla rassegnazione e un esempio per la politica che sempre più spesso si fa intimorire dalla vastità e dalla complessità delle questioni del nostro tempo”.
Il pensiero si è spostato agli scenari di guerra ucraini con l’intervento del sindaco di Leopoli Andrij Sadovyj, che ha ricordato come la sua città già “capitale culturale e turistica dell’Ucraina”, sede del “più grande festival jazz d’Europa”, dopo il 24 febbraio 2022 si sia “trasformata nel più grande centro umanitario”, con “scuole, teatri e i centri culturali trasformati in rifugi” e “150 mila immigrati provenienti dalle regioni orientali e meridionali” ospitati stabilmente a due anni dall’inizio del conflitto. Lontano dal fronte eppure alla portata degli attacchi di missili e droni che l’estate scorsa hanno fatto 10 vittime, Leopoli è diventata anche un centro di riabilitazione grazie al progetto Unbroken, che ha curato 16 mila ucraini feriti (350 sono bambini) e si occupa anche di protesi meccaniche e bioniche per mani e gambe.
Il presidente della provincia Maurizio Fugatti ha sottolineato come il volontariato abbia “un ruolo generativo di pensiero di scelta nella definizione e gestione della cosa pubblica, rendendosi parte attiva nel raggiungimento del benessere collettivo”. Ha continuato il presidente: “La forza espansiva del volontariato trentino dimostra come l’Autonomia non sia e non debba essere ripiegamento verso l’interno o cura di interessi particolari e separati, ma rappresenti, anche al di fuori del territorio trentino e anche nelle relazioni internazionali, un modello in cui assumono centralità i valori di solidarietà e responsabilità collettiva”.
Gabriella Civico, direttrice del Cev (Centro europeo del volontariato), ha ricordato che il 2024 è un anno cruciale in cui si terranno le elezioni europee e ha evidenziato come i volontari “contribuiscano al modello sociale europeo, alla sicurezza, alla pace, alla coesione e prosperità” aiutando a prevenire “visioni ed azioni populiste anti-inclusive ed estremiste” e contribuendo a tradurre “in azione i valori fondamentali di giustizia, solidarietà e inclusione su cui si fonda l’Unione europea stessa”.
Infine, dopo il poetico balletto “Born e reborn” dedicato al tema dell’aiuto reciproco e della collaborazione, Chiara Tommasini, presidente di Csvnet, la rete dei centri di volontariato italiani, ha concluso gli interventi delle autorità in programma prima del gran finale con il Presidente Mattarella: “Oggi, più che mai, siamo chiamati a promuovere e sostenere il volontariato come catalizzatore di cambiamenti positivi – ha dichiarato - Sviluppare il volontariato nei territori significa infatti far crescere un’etica dell’attenzione: all’altro, alla sua vita, rafforzando la capacità di esserci per gli altri”.
Il discorso del Presidente della Repubblica è stato preceduto dalle intense testimonianze di tre volontari: Anna Maria Minotto, in rappresentanza di quei volontari che aderiscono a Pronto Pia, una rete solidale a sostegno delle persone anziane, soprattutto di quelle che non hanno una rete familiare o presentano una qualche fragilità. “Il nostro impegno è fare comunità e creare benessere sociale”, ha dichiarato Anna Maria - Esserci per noi vuol dire provare a essere felici insieme, in compagnia”.
Luca Bronzini, coordinatore della scuola di italiano per stranieri Penny Whirton attiva da qualche anno al convento dei Cappuccini: “Vediamo centinaia di persone migranti giungere a Trento, vediamo troppe persone dormire in strada. Sentiamo una grande energia derivante da questo mondo, ma sentiamo anche una profonda iniquità, sentiamo come umanamente insopportabile ostacolare i progetti di vita di queste comunità. Ci attendiamo un maggiore impegno da chi è istituzionalmente preposto”.
Infine Serena Endrizzi, presidentessa dell’associazione Intrecciante, progetto calcistico di integrazione multietnica nato tra i ragazzi richiedenti asilo dell’Africa subsahariana. “La mia storia di volontariato inizia del 2018, è una storia di sport e inclusione, di impegno per fare sì che tutti i giovani si sentano responsabili della loro associazione e che sperimentino il grande potenziale relazionale dello sport”.
L’uscita del presidente Mattarella dalla T quotidiano Arena è stata accompagnata ancora da lunghi, calorosissimi applausi.