Wenddi Burger, brasiliana con origini tedesche, vive a Trento da 13 anni. Appassionata di fotografia e lunghe camminate, è di professione biologa e lavora nell’ambito della sostenibilità ambientale come educatrice e progettista per il no-profit. Per lei, il volontariato fa parte di quello che definisce “il suo mondo” e dei valori alla base della sua professione. Ha due figli che frequentano la scuola di Cognola, con i quali ha cominciato a dedicarsi al volontariato per il Piedibus.
Da quanto tempo fa volontariato e come ha iniziato?
Ho lavorato per tanti anni nella promozione del volontariato e nella gestione dei volontari. Per me era un lavoro, sì, ma mi ha permesso di sviluppare una certa sensibilità e mi ha avvicinata molto a questo mondo, alla logica di promozione della cittadinanza attiva. Da quattro anni collaboro attivamente come volontaria del Piedibus di Cognola. Mi sono interessata all’iniziativa quando mia figlia ha iniziato la scuola elementare, mi sono candidata come genitore volontario, ma sono stata l’unica e per quell’anno non si è fatto niente. L’anno dopo mi sono proposta di nuovo, con altri genitori, e siamo riusciti a creare un gruppo, molto piccolo ma con grande entusiasmo e buona volontà.
In che cosa consiste il Piedibus?
Il Piedibus è una carovana di bambini che vanno a scuola a piedi, accompagnati dai genitori o comunque da adulti volontari che fanno da apri-fila e da chiudi-fila. Non è, però, solo un organizzarsi tra genitori: dietro c’è un progetto dell’ufficio Politiche giovanili del Comune di Trento con alla base dei valori importanti. L’idea è quella di andare a piedi a scuola in sicurezza, nella logica della sostenibilità e anche per dar vita a una comunità educante e collaborativa. L’ufficio Politiche giovanili ci ha anche invitati a dare suggerimenti per migliorare il progetto e, così facendo, il volontariato è cresciuto anche in ottica di co-progettazione.
Le vite di tutti sono sempre più frenetiche, sicuramente con i figli piccoli ancora di più. Come fa a trovare il tempo per il volontariato?
Il Piedibus esiste e parte se ci sono volontari. Le difficoltà sono proprio queste, la disponibilità e l’organizzazione dei volontari. Fare volontariato è un investimento di tempo ed energie che appunto può non essere facile con i figli piccoli. Con il Piedibus, però, il volontariato diventa un’opportunità, non solo per i valori su cui si basa, ma anche perché permette di avere più tempo. Senza il Piedibus, dovrei comunque accompagnare i miei figli a scuola; così, invece, alternandomi ad altri genitori ho alcune mattine libere per altre commissioni.
Qual è, secondo lei, il valore più importante della sua esperienza di volontariato con il Piedibus?
Sicuramente l’idea di dare l’esempio e di creare delle contaminazioni positive. La nostra linea non funziona ancora in modo perfetto e ideale, ma stiamo costruendo qualcosa. Anche se eravamo solo in tre all’inizio, con il Piedibus solamente per due giorni a settimana, abbiamo iniziato qualcosa di bello e dato appunto l’esempio, tanto che una scuola dell’infanzia ha voluto provare a fare la stessa esperienza.
Ha qualche suggerimento per invitare altri genitori a prendere parte al Piedibus?
L’invito è di non spaventarsi di fronte all’idea che il volontariato porti via tempo, perché con il Piedibus è esattamente il contrario. Più siamo, meno risulta impegnativo, perché ci aiutiamo a vicenda e alternandoci abbiamo così più tempo libero. Anche se un genitore non ha disponibilità tutti i giorni, oppure ha un lavoro su turni, non è un impedimento, ci si mette d’accordo. È veramente una bella opportunità, anche per conoscere nuove persone e stringere amicizie.
Fare volontariato mi rende felice perché...
Mi sento partecipe in qualcosa di più grande di me che diventa un patrimonio per il territorio e per la comunità.
Nella foto, Wenddi Burger ritratto da Sara Menegotto dell'Associazione Witness Journal Trento.